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“Quello che non poté un frappè, un cinema d’essai, un matinée e l’untuoso
formalismo del lacchè, poté la gita in barca, al lago di Piediluco, sul
piroscafo Norcia.
L’emozione di Lionzo navigava di bolina, profondendo afrori corporei
rimescolati da umori lacustri e i venti tipici dell’Italia centrale.
Breside, inizialmente tiepida come una galletta d’avena, si lasciò prender per mano dall’arte marinara, girovaga e dialettica di Lionzo, abile di mano e di parola.
Fu amore, etereo e carnale, lacustre e salmastro, aporico, ossimorico, stoico, epicureo e manicureo.
Nacque una storia, che forse il lettore avrà la bontà di seguire”.
CONTINUA…