Rumori! I vicini protestano per i rumori della musica che ascolto ed io, che ho sempre chiamato le cose con il loro nome, gli ho detto di non rompermi i coglioni e di non voler parlare con chi, riferendosi alla musica, parla di rumori.
Così ho sbattuto loro la porta in faccia, ho alzato il volume dello stereo e sono tornato a chiudere gli occhi mentre il piede destro segue il tempo del brano che ascolto e della vita che scorre in fretta.
Rumori! Che cazzo ne sanno!
Se sapessero che cosa meravigliosa è stare lontano dal quel mondo che è lì dietro a quella finestra; se sapessero dare colore a ciò che è intorno sognando ad occhi chiusi e con le orecchie ben tese a cogliere le sfumature di ogni strumento… Qui posso godermi anche gli applausi che non ho mai ricevuto, sorridere a migliaia di persone che tutte e proprio tutte, condividono il tempo all’unisono e ridono, piangono si sbracciano e abbracciano in nome di ciò che per qualcuno è solo rumore.
Così, per un attimo ripenso ai vicini a cui ho appena detto di andare a fare in culo ed io, che continuerò a chiamare le cose con il loro vero nome, sorridendo con una birra tra le mani alzo il bicchiere in onore di questo sprazzo di vita che la gente continua ad allontanare…
Carpediem