nella città dei bambini che vanno a scuola in bicicletta.
Strade senza clacson, ma dove, inattese e misteriose, risuonano dal porto sirene delle navi.
Facce diverse, sguardi e frammenti rubati di lingue familiari o inesplorate, strade giovani di tolleranza. Da subito, anche per te straniero che girovaghi facendo risuonare in tasca i due spiccioli della tua speranza.
Poi una mattina, nella solita strada, inciampi. Stolpersteine. Pietre di nomi di vite strappate e deportate. Sai che un uomo si perde solo quando il suo nome si perde e non sai che fare. Perché sono troppe per inciampare su tutte. Finché decidi, ogni mattina, di pronunciare un nome. Finché una vecchia bianchissima e antica si ferma accanto a te, ti stringe il braccio, sorride e poi va via. Amburgo.
Tommaso
Regali un viaggio per iniziare… Fa piacere che t’abbia portato qui, al Profeta.
Benvenuto,
AEL