modello sacca, per sentirmi uno che si accontenta, che si adatta agli spazi, senza pretese rigide o semirigide. E senza le comodità occidentali del trolley
di tela. Non è un viaggio di lavoro. O non ho una valigia per viaggi di lavoro.
della zucca stregata, credo. La radice “teen” non è stata ancora del tutto estirpata o sto cercando di ficcarla nuovamente nella terra.
tutti i panni dentro rigorosamente all’ultimo minuto. Pigrizia, estemporaneità, silenziosa speranza che la suddetta valigia si componga da sola – o che qualcuno la faccia per me –
sovrapposizione di indumenti, oggetti e necessaire.., non so saturare gli spazi, non c’ho la ricercata tecnica del puzzle
foglietto con un paio di cose da fare, dà tono al tutto, come il paio di occhiali da sole che mi sta pessimamente.
boxer multisize, sono in divenire
bermuda, costumi e ciabattine giapponesi, rompicoglioni nun ve sento