Viaggiando da sola, apprendi di più. Ti permei nelle usanze, negli odori, nei colori. Sei costretta ad imparare subito e presto: le strade, le parole, le abitudini. Ti arricchisci di più. E dimentichi di meno.
Viaggiando da sola, non si devo iniziare le frasi col gerundio. Me lo diceva la professoressa d’italiano. Io le volevo bene, ma le frasi le comincio come cazzo mi pare.
Viaggiando da sola, quanto si rimorchia. E non (solo) nell’accezione erotico-sentimentale del termine. Ma nel senso ‘relazionale’ della parola. Se stai sola, tutti vogliono interagire con te. Ci sono Paesi in cui le persone sentono quasi l’obbligo morale di avvicinarti, aiutarti, raccontarti.
Viaggiando da sola, soprattutto, scopri l’importanza di alcuni strumenti di cui non avevi mai sentito il bisogno. Anzi, può capitare che li noti per la prima volta. Il più importante è il gancio attaccapanni nei bagni. Non mollando la borsa a nessuno e trovando terribilmente faticoso fare la pipì con la sacca a tracolla, si entra nel bagno, si cerca il gancio e il gioco è fatto.
Viaggiando da sola, un viaggio non basta. E guardi l’orizzonte come un navigatore cinquecentesco e ti chiedi dove andrai la prossima volta… e quali occhi incrocerai, quali cibi assaggerai, quali scorci vedrai, quali vite scoprirai…
Anna Eva Laertici
Peppe il blasfemo 
Il gancio attaccapanni nei bagni – all’aeroporto, in stazione, nei bar – è effettivamente uno strumento di fondamentale importanza per un viaggio da solo/a.
Che è forse il viaggio più vero, non sapendo fino in fondo se tornerai o con chi tornerai o dove tornerai.
Amico del nord,
concordo sul “viaggio più vero”.
Anche quando si ha la certezza di tornare, certe volte non si sa il perché e soprattutto non si sa chi torneremo ad essere, quando rimetteremo piede nella vita quotidiana.
AEL