Chi è senza tomato scagli la prima pietra
alla fine bisogna avere un po’ la coscienza sporca, in qualche modo sentirsi colpevoli, per tirare fuori qualcosa di decente
il pugno di Delio Rossi non m’è dispiaciuto neanche un po’.
L’educazione sentimentale dell’azzimato Andrea Della Valle – compìto come Stramaccioni, chierichetto sconfitto – m’è dispiaciuta molto di più
ho in mano un incipit – lui è il classico sciamannone che mi sarerebbe tanto ma tanto piaciuto diventare. Insomma, un tipo su cui non puntare neanche una dracma. Eppure. Eh, pure. E’ purè, ha un talento straordinario che lo rende ricercato, apprezzato e ben pagato. Scrive memorabili epitaffi.
to be continued..-
Come al solito mi beo delle minzioni dell’editore e attendo gli sviluppi della storia dello scrittore di epitaffi.
Ma appunto la mia sul caso Delio Rossi: mi fa schifo, lui, il tuffo che fece nel fontanone, il suo gioco, lo stress che trasmette ad una squadra che già sta perdendo 2 a 0 in casa con una retrocessa, e il suo pugno roteante verso un idiota, sì, ma un idiota di 20 anni.
A menà ce so’ bboni tutti. A parlà nun c’è bbono più nessuno.
E questi deficienti li vediamo in tanti, ma li vedono anche i giovani e i giovanissimi. Bell’esempio, il leader che mena le mani con quella violenza e quella veemenza.
Della Valle sarà stato eccessivo, bigotto, ripulitino, compìto, ma un allenatore che è solo autoritario e smette d’essere autorevole è un pessimo allenatore.
E poi io sto invecchiando, questo mese compio gli anni e a me il primo maggio suona sempre come un bilancio. L’età che passa mi ricorda che non preferisco più chi esce dalle regole con furia, ma chi gestisce le relazioni con educazione.
Sì, ormai so’ vecchia.
AEL
no, a me a dirla toda il Delio non dispiace affatto, mi stuzzica, un po’ come tutti quelli che fanno il bordocampo. La violenza me fa orore, ma orore vero, e poi il calcio è un’altra cosa. Però in quei pugni violenti e rozzi non so perché ma c’ho intravisto anche degli schiaffi Cate, quelli che educano – o almeno ci provano -, tirati giù all’ennesimo banalissimo cafoncello coi piedi benedetti dal pallone. Eccesso di reazione sfociato nel ridicolo, che però continuo a preferire a chi impone le mani e predica fair play paraculo e un po’ peloso.