Idee per una storia, Il supplì

suppli

“Il supplì”

Nulla crea rapporti umani come un supplì… 

Pian terreno di un palazzo. Marco è un bambino sui 9 anni, felpa col cappuccio e jeans bucati, vassoio carico di supplì in mano, aspetta l’ascensore. Mentre aspetta, si siede sul primo gradino delle scale e addenta un supplì.

Passa qualche istante, l’ascensore non arriva, si legge un cartello in italiano improbabile “SCUSATE IL DISAGGIO”.

Marco attende e nel frattempo arriva Adunini.

Età indefinita, Adunini è uno dei condòmini. Cingalese, ha il pancione e le tasche da cui strabordano caramelle. Appese alle mani ha due grosse buste di plastica piene di fazzoletti, ombrellini, parasole e arbre magique. I due si salutano e Adunini sorridendo cerca di “piazzare” a Marco un po’ della sua merce. Senza successo. Forse per questo, forse per l’attesa dell’ascensore, che resta sempre occupato, Adunini inizia a innervosirsi, urla qualcosa di incomprensibile nella sua lingua, fa capire che tutta quella merce che si porta addosso gli sta pesando troppo.

Per calmarlo, Marco gli regala un supplì, che Adunini accetta contento.

L’ascensore è sempre bloccato. Marco si risiede e torna al suo supplì. Lo guarda soddisfatto, sorride, lo morde. Arriva Edgardo, piuttosto in là con gli anni, vestito da chef ma in modo disordinato, tovaglia a quadretti, quella tipica da trattoria, appoggiata su una spalla. Sembra agitato, accaldato, si tampona la fronte con la tovaglia. Chiede a Marco se i supplì li ha persi dal cinese o dall’egiziano e poi, incalzandolo e puntandogli un dito verso il viso gli urla se sa chi sono i nuovi inquilini, quelli del trasloco. Edgardo dice di sentirsi stanco, ha cucinato tutto il giorno e ora ha i piedi gonfi.

Marco lo invita a sedersi accanto a lui sul gradino e gli offre un supplì. Lo calma.

Arriva Patrick e si aggiunge a quella che sta diventando una mini fila di inquilini in attesa dell’ascensore. Patrick di inglese ha solo il nome. Giovane e aitante, giacca e cravattino. In una mano tiene una borsa di pelle, nell’altra ha un pacchetto di fogli che agita nervosamente mentre parla al telefono. Patrick ha fretta, è nervoso, deve lavorare lui, lo aspettano al quinto piano dove ha l’ufficio ma non può prendere le scale che ha male a un ginocchio.

Adunini approfitta della situazione e dell’attesa per provare a piazzare un ombrellino a Patrick che reagisce però nervoso e lo allontana bruscamente, Marco si mette in mezzo e fa da paciere regalando a tutti un giro di supplì.

Arriva Erminia, vecchietta claudicante ma gagliarda. Incalza subito gli altri in attesa, quasi a sollecitare una reazione. “Che lo sapete che è da stamattina che l’ascensore è bloccato, che me so’ fatta quattro piani a piedi che sennò manco er pane c’avevo pe’ pranzo??, prigioniera m’hanno tenuto. Manco er pane. Che poi costa pure caro, er pane“. Marco le offre un supplì. Erminia accetta, lo accarezza e si mette seduta.

Dall’ascensore finalmente esce qualcuno, è Rosa, donna peruviana, la nuova inquilina. In mano tiene una torta piena di gelatina e la offre a tutti, scusandosi. Adunini, Edgardo, Patrick e Erminia non sembrano molto propensi ad accettare le scuse e circondano Rosa. Marco capisce la situazione e interviene al volo. Dice che quella che Rosa tiene in mano è la “tarta helada”, una prelibatezza sudamericana che lui conosce perché la mamma del suo amichetto Guillermo la prepara sempre e che vale la pena assaggiare. Gli animi sembrano rasserenarsi. Rosa gli sorride grata, taglia la torta e la distribuisce. Marco prende la sua fetta, poi fa un mezzo sorriso a dire il vero non proprio convintissimo prima di vedere Rosa “arraffargli” felice il suo ultimo supplì.

Simone

(credit per la foto, panzere.it)

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