Formiche

Per Marcello Proust erano le madeleine, per me è l’odore di cancelleria che scatena il gioco dei ricordi.

La cartolibreria come una droga. trattopen, la penna che si scancella, gomme, coccoina – prego un quaderno a righe grandi

L’educazione il mio limite piu’ grande, a volte. Chiedo due fotocopie ma ho venti euro e allora aggiungo un diario 2012 (e’ fico, va detto). Per caricarmi mi dico che lo riempiro’ di cose belle.

Edo compra il pampizza da Carmine, Stefano garantische sulle sue carni “avicunicole”, bufaline e caprine, s’e’ convertito alle shopper bio ma se vuoi, con suo grande piacere, le bistecche te le avvolge ancora nella cartaccia sua.

Afed parla bangalori e una manciata di romano, vende frutta fresca e verdura di stagione, poco prezzo e diffidenza si dividono i piatti della sua bilancia.

Edo inghiotte sassi e dal parco escono colonie di formiche. Io, cerco di non pestarle.

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