sapete che vi dico

che siete l’Italia peggiore – un’Italia livorosa, che al sabato porta il cardigan e sta attenta alle nuances della sciarpa di cashmere

siete l’Italia che forse non immagina, l’Italia che si barrica dietro un “anch’io sono stato povero”, l’Italia dell’andate a lavorare, del non vi accollate, del tacete, del non rompete i coglioni, del ve dovete da’ da fa’ 

siete l’Italia che non ascolta – e questo è un bene, perché sarete sempre più emarginati 

siete l’Italia che si sente spiritosa, che fa le rivoluzioni demagogiche, che si scorda cosa vuol dire essere istituzionale  

siete l’Italia? Ahimè sì. In parte.

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