domenica, dallo spleen a Pontida

Baudelaire scriveva di spleen alla domenica. Dalle tre del pomeriggio in poi.

Come a carnevale, la domenica può succedere di tutto.

Ai più piccoli all’improvviso piace il pomodoro

 i più grandi si sentono liberi di improvvisare
lettini solari sulla via Boccea

pannelli fotovoltaici per dare “alternative” ai quadrilateri di case popolari che abbracciano le periferie

vecchi che ti vogliono “foraidaipall” e poi si scusano e ti fanno l’inchino

giapponesi  con cristoincroce avvolto al polso, che comunicano con il Lis e sono truzzi, ma truzzi che mai ne erano esistiti così

e poi Pontida, Umberto che ringhia che fa tenerezza, dimentico del fatto che il popolo in camicia verde ha molto più da dire che il buffo gregario Calderoli.

e poi un canto a una voce – dissidente -, che si leva temerario tra la folla leghista:

Di Giovanni il Re tra un millennio e più ancor si parlerà non certo per le sue virtù né per la sua bontà.
 
Lontano è Re Riccardo contro i turchi a guerreggiar e quel buono a nulla fa
tutti quanti tribolar. Fenomeno d’incapacità nei libri di storia lui sarà
il re più fasullo d’Inghilterra.

Sul trono sta seduto là lui gioca a fare il re, neanche sa di far pietà ridicolo com’è. Fa le bizze come un matto se non ha quel che vuol lui poi diventa mammone…e si succhia il ditone. Ah! Ce l’han tutti con lui!

Ma quando Riccardo tornerà il comodo suo più non farà! Va’ via, re fasullo d’Inghilterra!  Va’ via, re fasullo d’Inghilterra!
 
Ci tartassa con le tasse e ci porta tutto via ma un giorno lui si pentirà
di ogni ruberia.

Quell’avido, cupido, pavido, stupido, zotico, lepido, stolido, trepido, ladro, rapace ed incapace d’un re fasullo d’Inghilterra!
Yeah!”

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