Il peso delle scelte (“Escatologia da bagnasciuga”)

Conversando sotto l’ombrellone, nelle orecchie le onde del mare di Anzio, il mio amico speciale anche detto “zì” mi rassicurava sulla vita, ricordandomi che anche illustri pensatori in luoghi ben meno mondani si interrogavano sul peso delle scelte e sul fine ultimo dell’esistenza.

Non si è trattato di una banale “escatologia da bagnasciuga”, perché  Zì ed io siamo capaci di indagare le nostre emozioni, effettuare voli pindarici rispetto alle nostre vite che trascendono il tempo e lo spazio!

Ebbene sì, mi ritrovo molto nel pensiero di Kierkegaard, amico mio. Di certo mi ritrovo ad affrontare in maniera eccessivamente seria il mio rapporto con il mondo e con me stesso. Ciò genera angoscia, smarrimento, la paura che tra le tante possibilità si possa fare la scelta sbagliata, quella che poi condizionerà il resto della vita e, a volte, il rischio di non vivere e rimanere bloccato nel recinto delle ipotesi e nel dramma del futuro.

Ma la disperazione no. E nemmeno la sensazione che quest’angoscia sia una componente costante dell’esistenza umana. Come il filosofo, anch’io credo che l’unica soluzione sia aggrapparsi a Dio. Non come un essere dipendente e privo di arbitrio, ma come un figlio che ha fiducia nel Padre e cerca il proprio bene seguendo i suoi insegnamenti.

Non so se ho fatto le scelte giuste, però mi sento nel giusto avendo ascoltato il mio cuore e ciò che, credo, Dio mi stia ispirando in questo momento.

Andrea Skandiz

4 pensieri su “Il peso delle scelte (“Escatologia da bagnasciuga”)

  1. …Ammirato dagli affascinanti moduli linguistici usati e dal contenuto che d’altra parte condivido…
    ..bravo Andrew…

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