E’ il folklore bellezza, e tu non puoi farci niente.
Preparazione, attesa, vecchie col rosario e rosari vecchi, bambini che piangono, turistame, auto in doppia fila, commercio, bancarelle, ordinanze sindacali, bambini che corrono, botti, festeggiamenti lunghi tre giorni, divieti di sosta, bambini che ridono, comici di grido.
Ci stanno le zitelle che c’hanno il cero e stanno a piedi nudi e chiedono il fidanzato; le campane a festa, le luci gialle dei lampioni che ovattano l’atmosfera, il Patrono portato a mare, devozione vera, curiosita’, partecipazione, rito.
Rappresentazione, tradizione, costume. E poi loro, gli amministratori, un tempo – non ho prove per quest’anno – accompagnati dai “nomi” nazionali, devoti al santo e al seggio.
“L’odore di polvere da sparo, sparso per quartieri mentre una banda,
accompagna le reliquie della santa, impulsi religiosi dell’Occidente.
Accidente” (Franco).