Festa

Svegliarsi con un gabbiano su un davanzale, in strada si sentono voci con accento diverso dal tuo, hai dormito in un posto che non conosci, non sai nemmeno cos’è, non ci sapresti tornare, negli altri letti ci sono ragazze e ragazzi di cui non conosci il nome, ne sai uno, forse dopo il caffè te ne ricorderai un altro paio, ti alzi, pare sia un posto dove alloggiano gli attori teatrali, chissà perché allora nel bagno ci sono le scritte in italiano e in polacco, c’è pure una cucina, con le tazzine sporche nel lavabo, chi è il bastardo che ha fatto il caffè e non l’ha condiviso, ora apre gli occhi anche il bel biologo e sorride, che sorriso che ha, ha dormito mano nella mano con il suo ragazzo, che bello aver 28 anni e crederci ancora, all’amore, toh, l’artista s’è svegliata, e corre, credo stia andando a vomitare al bagno, c’è anche la commercialista, è un pesce fuor d’acqua, mi sa che è l’unica che ha dormito, il macho invece dorme e puzza, vabbè, speriamo si faccia la doccia, io provo a capire dove siamo, mi accontento di scoprire che c’è un bagno dove non ha vomitato ancora nessuno, nella stanza il gabbiano è ancora sul davanzale, è immenso, maestoso, sembra uscito dalla penna di Baudelaire, richiama la mia attenzione e interrompe il mio flusso di pensieri distratti e precaffè.

 

E allora capisco tutto.

L’errore.

Perché cazzo ieri, dopo la festa, mentre se ne andava… non ho chiesto il suo numero di telefono?

 

 

Anna Eva Laertici

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