Lui c’è

Mi sveglio una mattina di giugno ed ho 20 anni. E’ una giornata strana, mi viene subito voglia di ricoprire le pareti di casa con bandiere e sciarpe giallorosse, con le foto dei miei idoli pagani. Doccia e, al momento della vestizione, mutande della Coca-Cola, amuleto dell’anno ed ineffabile presagio di un futuro a stelle e strisce.

Poi si comincia. E c’è una palla all’indietro. E lui c’è. Si leva la maglietta e corre. C’è tanto sole e Francesco corre verso la sua gente, un mare di gente. Ancora non ha il gladiatore sul braccio, ma fra poco rimedierà.

Un’altra volta stavo al seggio elettorale a fare lo scrutatore per l’ennesimo referendum che di lì a poco i nostri politici avrebbero ribaltato. Ci sono i Mondiali in Germania e l’Italia gioca con l’Australia. Mi sento tutto il primo tempo per radio, ma tanto lui non c’è. Francesco infatti ha dovuto soffrire e lottare, per arrivare a sedere su quella panchina. Nella gamba ha tanti chiodi. Poi arrivo a casa e lui entra, “mi stavi aspettando” penso. Rigore. Francesco prende la palla e va sul dischetto. Lo inquadrano.

L’ultima volta è stata ieri. Francesco ha 34 anni adesso ed ha ancora i chiodi nella gamba. Si dice che uno più giovane di lui, e pure raccomandato, per molti chiodi in meno abbia fatto una brutta fine. Certo, la partitella contro i boscaioli non entrerà nella storia, ma lui c’è. Prende la palla, botta di destro, e per il terzo anno di fila il primo gol della stagione lo fa lui. Ed io esulto come contro il Parma e come contro l’Australia. Alla prossima, Francesco, tanto lo so già: tu ci sarai.

 

Per l’immagine: lamossadelcavallo.wordpress.com

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