eco d’estate. L’estate è già un eco

distante. E il caldo sordo non mi inganna.

Tornato a casa da pochi minuti, già ti ho dimenticata, senza rancore, vacanza estiva

non fai per me, non oltre un certo limite

mi annoi – anche se certamente è colpa mia

mi stanchi – come prima, colpa mia

ora ho un po’ di mesi per lavorarci…

leggerò libri sull’arte del viaggiare, sul segreto delle pause senza stress, sul senso profondo delle ferie, sul limite cognitivo ed emotivo di chi non si lascia andare… .

e poi tornerò a odiarti

4 pensieri su “eco d’estate. L’estate è già un eco

  1. Giusto e ben detto. Questo mi fa ricordare che da due anni non faccio vere vacanze. Però, tra i miei illimitati limiti cognitivi e emotivi non ho quello di non lasciarmi andare. Anzi. E mi convinco che dopo tanto negotium godrò ancora di più del necessario otium.

    Allora, da uomo pedante, che da due anni non fa vere vacanze, ma che da anni ormai scrive di letteratura odeporica,faccio il pedante e consiglio una lettura non sull’arte del viaggiare, ma sulla letteratura di viaggio.

    Ci sono arrivato per ragioni scientifiche, ma mi ha fatto capire qualcosa su viaggi, turismo, e la postmoderna fine delle presunte destinazioni off the beaten track:

    Carl Thompson,Travel Writing: The New Critical Idiom, Routledge 2011.
    http://www.amazon.co.uk/Travel-Writing-New-Critical-Idiom/dp/0415444659/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1313956013&sr=8-1

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