In ogni matrimonio che si rispetti, anche quello del mio amico Giggio a cui ho partecipato qualche giorno fa, gli occhi di tutti i presenti sono puntati sulla sposa. Il povero “quasi marito” ha un breve momento di gloria all’entrata con la mamma, quando la sua lei, vera protagonista indiscussa, ancora non ha tolto la pettorina (passatemi la citazione calcistica visto che, con questa Roma, posso farle solo in contesti diversi). Nel momento stesso in cui la macchina parcheggia, qualsiasi essere umano (e non) perde d’interesse. Lei è bellissima, bianca come una nuvola e raggiante di felicità. Dopo il passaggio trionfale che la elegge definitivamente reginetta della giornata, la cerimonia prosegue con sguardi che si alternano fra sposi, genitori degli sposi, prete, testimoni e amici addetti alle letture. Bene che vada, viene degnato di un sorriso l’uomo o la donna alla propria destra e/o alla propria sinistra, come all’università il giorno dell’esame o a scuola durante i compiti in classe. In quest’ultimo caso, il sorriso era riservato a quelli bravi sperando di ingraziarseli, al matrimonio è rilasciato solo dopo attenta valutazione delle potenzialità del vicino: in breve, se si tratta di una bella ragazza non accompagnata o di un bel ragazzo single, la paresi è assicurata, se accanto a noi è seduta la nonna, non soffriremo certo di torcicollo. Ci sono, però, delle figure a cui nessuno, e dico proprio nessuno, sembra badare. La cosa assurda è che non mancano mai, come il bue e l’asinello nel presepe. Si tratta dei “reggi colonna” (e non ce l’ho con lei editore! Anzi già che c’è, può mettere la sigla di “Superquark” in sottofondo?). Dicesi “reggi colonna” quegli individui solitamente di sesso maschile che, facendosi beffe della quantità spropositata di banchi liberi e sedie vuote, passano l’intera cerimonia addossati a “quell’elemento architettonico verticale portante di sezione circolare formato generalmente da base, fusto e capitello” (Wikipedia docet). Il perché sia un’abitudine “da uomo”, è evidente: una signora, soprattutto con i tacchi, non passerebbe mai del tempo in piedi, avendo a disposizione anche un solo centimetro quadro dove sedersi. Mentre, le motivazioni legate a questo strano fenomeno sono tante e di genere diverso: avere un punto di vista privilegiato per scattare le foto, seguire il figlio nelle sue mirabolanti avventure in giro per la navata, cercare di prendere aria sperando che la camicia sotto la giacca si asciughi al più presto, tenere sotto controllo la situazione e, last but not least, distinguersi dalla massa. Qualunque sia la spiegazione, è necessario avere più considerazione per questi “capitani coraggiosi”: del resto, un matrimonio è tale, solo se ci sono anche loro.
Giorgia
è vero! Solo il compito di testimone mi ha bloccato…
Simone
Ma quanto è vero questo post!!! Rido!
AEL