Dal diario di bordo di Aña y Eva Laerticos.
Secondo giorno.
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Sono in un Paese che ha la faccia del re ritratta sulle monete: a me sa di Luigi XIV e di un papa, che so, un secentesco Barberini.
La sveglia è all’alba, per l’Alhambra. Ho paura di non trovare i biglietti (la sera prima, in internet, figurava tutto ‘sold out’). Cammino per una città deserta, buia, persino i bar sono chiusi, solo i lampioni restano accesi a vegliare sugli idranti degli spazzini. Dentro di me, mentre mi inerpico per le strade alla ricerca d’un bus e d’un caffè, ribattezzo questa mia follia ‘Allhalba’.
Incredibile. Alle 7:30 c’è la coda alla biglietteria. Ma allora i turisti vegliano, mentre gli Spagnoli sonnecchiano. Chiacchiero con le vicine di fila, sono due ragazze svizzere. Una va in perlustrazione, torna con sguardo trionfale: si può saltare la coda acquistando i ticket alle macchinette. Wow! Si sente l’annuncio che sono finiti i biglietti per il turno della mattina. Ma alla macchinette ci sono. Doppio wow! Basta avere la carta di credito. Ah, e io come faccio? Sono uscita senza. Ok, mi rivendo la notizia alla coppia dietro di me. La moglie è una californiana entusiasta. Ovvero è entusiasta, ma a mille: secondo me gli Americani quando sono gasati lo sono più degli Europei, hanno una forma di esagerazione che si traduce soprattutto negli stati d’animo e nelle confezioni di latte. Rivendersi la notizia alla Californiana è la mossa vincente. Mi compra il biglietto con la sua carta di credito. Entreremo subito. Le ridarò i soldi solo mezz’ora più tardi, e se l’era pure scordato.
Pensiero del giorno.
Svegliarsi all’alba per visitare un monumento. L’ho fatto altre volte, lo rifarò. Commuoversi per pezzi di storia, emozionarsi davanti a panorami che trasudano culture antiche, avere voglia di saperne sempre di più: lo so che spesso ha spaventato, lo so che può annoiare, lo so che è più fico dire che sei altro.
Ma io sono questo. Non ci posso fare niente.
(chi vuole mi stia accanto; a chi non vuole auguro ogni bene)
Viaggiare fuori stagione – e finanche lontano dai ponti legati a festività religiose o civili – ti regala luoghi da visitare in compagnia di pochi turisti. Oggi mi ha colpito la quasi totale assenza di Italiani, gli onnipresenti Italiani…
Comunque, me ne succedono. Uscendo dall’Alhambra – perché sì, dopo 6 ore ne sono persino uscita – ho preso il bus che riportava al centro della città. Mi ci hanno chiuso dentro una mezz’oretta. Dovevamo aspettare la polizia, perché qualcuno aveva derubato due turisti tedeschi. I poliziotti ci perquisiscono, sapendo già da chi andare, e pizzicano una ladruncola. Ok, capita. O per lo meno capitano a me, ‘ste cose. Fatto sta che per passare il tempo, racconto quest’episodio via sms agli amici/fratello/papà/altro.
Tutti, dico tutti, mi hanno chiesto se la ladra fossi io.
Domanda: frequento un simpatico consesso di bontemponi o s’è proprio diffusa un’immagine di me non esattamente edificante?
Aglio.
Ecco cos’era l’ingrediente che non avevo capito.
Aglio. E’ qui che sono naufragate tutte le mie ultime velleità di rimorchiare stasera in Spagna.
Buona notte, va.
Anna Eva Laertici