Un po’ meno dei terzini, hanno quasi sempre visto il pallone in quarta fila, niente pop-corn ma sconto comitiva.

Obliqui, un po’ campaccio un po’ provincia, madre-pallone li ha allattati
con la tetta sinistra.

Io li adoro e questo è notorio.

Dal diario calcistico del 17-18-19 febbraio 2012 stralcio nomi due, Budan
Igor e Mutti Bortolo.

Croato di Fiume, trentadue anni tra tre mesi, cresciuto nella noterrima
scuola futbolistica del Rijeka, attaccante rosanero, discontinuo ma devoto
alla madonna del crociato (rotto ovunque – rotto sempre), meraviglioso
marginale da Parma a Palermo passando per Ancona, Cesena, il Clitunno e i
lanzichenecchi. Non molla mai, è quartino sempre. Poi capita che segni e
io godo assieme al suo ortopedico.

Bortolo Mutti, mister di 3score Balneare, un po’ Provenza, un po’
bergamasco, un po’ google map.

Attaccantello anziche’ no, con la prosopea dell’umile negli anni Settanta
ha menato segnature per Pescara, Catania, Atalanta e altre sedici pagine
dell’almanacco.

Poi il Pro Palazzolo, il diluvio, il Leffe, il diluvio, la diaspora, la massa grassa e
la miopia.

Ramingo della panca, custode della mia stima. Qualche promozione, qualche
retrocessione, qualche subentro, la delizia dell’esonero, il gemellaggio
con Giampiero Ventura (io fo licenzia’ te che fai licenzia’ me in un altro
clebbe).

Poi la cometa peloritana, tre anni giallorossi a Messina, dalla B alla A,
dalla A alla A+++ (settimo posto, ao!), dalla A+++ all’esonero,
naturalmente.

Un uomo del nord a cui piace il sud. Ora a Palermo, di rinculo, più punti
di tutti (quasi) nelle ultime sei/sette giornate, tanti gol, un calcio
senza fiamme e volute, ma pur sempre un gran pezzo di calcio.

 

per le foto

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