Attimo e Prospettiva

Ho provato a spiegarlo al mammo, e mentre lo spiegavo mi sembrava tutto così chiaro. Così semplice. Ora vediamo se riesco a rimettere in ordine le idee anche qui.

Sarà il panino col ciauscolo, sarà la primavera improvvisa, sarà la pausa pranzo insolita, ma ieri al mammo ho esposto le ragioni della mia felicità.

Che poi il mammo io lo chiamo così perché quando apersi gli occhi – tanti, ma troppi anni fa -lui c’era già.

E la vita che è bizzarra, puttana e divina, me l’ha reso un mammo, uno di quelli che ti cazzia se sei seduta scomposta o se non fai sport (male a scuola non ci sono mai andata, tiè), ma anche l’adulto cui raccontare, cui chiedere, da cui ricevere un complimento e una carezza, splendidamente immeritati e gratuiti.

Ecco, il mammo mi chiama ancora oggi e mi chiede sempre: “Dammi un voto”.
‘Dài un voto al periodo che stai vivendo’, credo significhi.

Io stavolta ho sparato alto, per varie ragioni.
La prima è che so’ romana, e noi siamo esagerati in tutte le nostre manifestazioni. La sobrietà nordica non ci appartiene. La seconda è che il panino col ciauscolo mangiato sotto un cielo terso in un parco giochi, beh, m’ha fatto alzare il numero. E poi, la terza motivazione, quella più profonda, è che questo periodo di vita è da lode.

Per dare una giustificazione al voto, ho spiegato al mammo, ho evidenziato che per me esistono solo due tipi di felicità: quella dell’attimo e quella della prospettiva.

Quella dell’attimo è una collana di perle che non resiste al tempo. E’ un insieme di istanti intensi, vissuti al massimo, travolgenti, ma che sai che non dureranno. Sai che la tua condizione ideale di vita non è quella. E’ una festa, una notte a parlare con uno sconosciuto intrigante, una nuotata al mare, un volo con il parapendio, rigatoni alla carbonara.

La prospettiva è sedersi e guardare l’orizzonte. Vedere che laggiù starai bene. Ci sarà la realizzazione del progetto che stai elaborando, per cui stai faticando. La prospettiva era la laurea: e il culo a secchio ad ogni esame, le notti sui libri o il cuore accelerato prima che ti chiamasse il prof. trovavano la loro spiegazione in quell’orizzonte, in quella casa costruita che ti avrebbe accolto. La felicità da prospettiva è nella mèta, non nel viaggio.

Ecco, dicevo al mammo, io sono felice nell’attimo e nella prospettiva.

Mi passano giorni su giorni e volano le settimane. La mia quotidianità mi piace.
Se poi mi fermo e penso a quel che gli attimi di oggi potrebbero costruire domani, beh, anche questa immagine mi piace.

Insomma: attimo e prospettiva.
E un panino al ciauscolo, che ci sta sempre bene.

 

Anna Eva Laertici

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