Un viaggio di due giorni, complicato e finito prima. Ma che mi tengo e racconto. In 123 parole.
in treno – Una bandiera stropicciata di ‘Libera’ a una finestra di Fondi. Le case pastello di Aversa. Un viaggiatore ispanico che traduce una turista americana convenzionale e goffa a beneficio di una vecchia di Reggio Calabria.
Napoli poi, la stazione centrale. Colori, colori. Umori. Edo che ripete ‘quanti panni’ ‘quanti panni’ e giuro che non e’ preparato. Anche la tangenziale qui e’ bella. E oh, ora in moto il casco lo mettono pure loro.
Colori, umori, vicoli, vicoli, capricci, capricci. Capricci. Villa Floridiana e’ vegetazione equatoriale. Vicoli, vicoli, funicolare, siamo persi, Chiaia, no non ci siamo persi. In galleria..
in piazza, Plebiscito sabato pome e’ Senegàl. Struscio, struscio, cibo, capricci, pioggia, andiamo via, andiamo via prima.
Non abbiamo visto nulla, abbiamo respirato comunque. Comunque qualcosa.
Per i prossimi viaggi prima ci assicureremo di aver imparato a viaggiare.. grandi e piccoli.
Come amo Napoli.
Brindo a te, Edo, Sissi e la regina podalica con una sfogliatella di Scaturchio.
AEL