crodo e vermouth e due dita di marsala

aperitivi sconci

ho lasciato la punteggiatura nel secondo ripiano alto del mezzanino

Giuseppe dice che l’avena fa gentile l’uomo e la terra e che una semina d’erba medica dura cinque anni

il menestrello cammina a piedi nudi
leggero

il bambino e’ disteso sull’amaca all’ombroluce

la mescola neanche troppo segreta ha le sapide basi nel crodino sporcato da vermouth rosso

devo togliere dalle tasche sorella rabbia e fratel rancore
lo devo a E
lo devo a V

il mio affitto per un cavallo di Maurizio

magnifico esemplare
di addestratore e di umanita’

passo per passo

nella lista spese vergata sul rotolo igienico leggo bucare il salvagente e fare benzina

foglia dopo foglia

non so perche’ ma la mia mano mancina da scommettitore mi dice di giocare il 2-1 della Lazio in supercup

abbraccio Marco e i suoi magnifici viaggi

e poi Andrea e il suo pellegrinaggio brasiliano e tutte le sue ricerche di qualsiasi natura

e allontano con rapida scopa i sentenziatori supponenti

abbraccio lo straordinario G masticatore di sogni e sudore

traccio i confini ignoti dell’anello ferroviario di Roma e accarezzo la Roma-Giardinetti

pane e calcio pane e terra pane e corsport pane e parole
cosi’ e’ anche se non piace

la gallina e’ biocca ma non troppo e le formiche hanno sempre un velocissimo piano B

scambiarsi chiacchiere con i tatuaggi

riscoprire la civilta’ in fila alla fonte di acqua pubblica

piu’ bestie che nella foresta

carapace

faglie nel muro

la camicia bianca

del posto in cui vivo devo toccare ogni interstizio

io e Monti Tiburtini ci siamo snasati e non ci piacciamo proprio
ma ci accettiamo
di piu’

a condire il tutto, due dita di marsala
introvabile

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