Piero accarezza il canestro con discreti tiri da due.
Piero, che non si chiama Piero ma un po’ assomigli a un Piero, e’ magrerrimo, nodoso. Un po’ contratto
Piero e il basket sono una cosa sola e al parco Meda lo sanno un po’ tutti
La mattina, il pomeriggio. Ore di campetto, qualche divisa ufficiale e qualche scambio occasionale con altri cestisti
E poi tanto uno contro uno, lui e il canestro, con l’anello sbilenco, la retina tagliata, il pavimento fratturato
Tiri dalla lunetta, a volte troppo tesi. Un gridolino di gioia, spesso immotivato. Poi un altro. Entusiasmo. Un saluto per tutti, per i tanti tristi frequentatori del ‘Meda’
Una simpatia dolcissima per i piccolletti come i miei, c’ha il Piero
Un padre stanco e magnifico che lo segue da lontano e ogni tanto gli smuove un po’ l’uno contro uno e contiene la sua passione per il prossimo, un prossimo spesso impegnato a lustrarsi le caccole mentre generoso assolve l’irruenza di Piero
Piero l’incolpevole, sfortunato Piero, Piero quelle vite che accadono
Canestro. Stavolta senza nemmemo sfiorare l’anello di ferro. Gridolino. Ci sta