Lance di spine ai fianchi conficcate in silenzio, dal silenzio dei tuoi silenzi, dallo sguardo dei tuoi occhi assenti, da quello dei miei che cercano di trovarti tra i numeri, i nomi, i fatti e chissà quante altre cose che ci appartengono ancora e che ancora voglio.
Sorrisi persi in versi, sciolti da ricordi di minuti che scrutano gli anni e le età più belle fatte di profumi e primavere trascorse tra il polline nel vento e coi nostri corpi a terra uniti da istinto e volontà di averti.
Saccheggi notturni in una Roma scoperta in un piatto a trastevere e nello specchio dei tuoi occhi che abbandono in silenzio e che vincono la voglia di chiamarmi e rispondermi “arrivederci”.
Pochi altri sorrisi ancora e poi danze di accordi su una tastiera di piano bar ora lente come i gesti della mia mano che stringe la tua, ti accarezza, e ti lascia solo per anticipo nel silenzio del tuo silenzio dove una punta mi solletica il fegato.
NOSTALGIE