E ho sentito che respiravi quasi a voler bruciare tutta l’aria che avevi intorno.
Uno sguardo mi va alla finestra.
In altre occasioni il panorama mi avrebbe suggerito frasi ed idiozie più adatte ad esser pronunciate ma, in fondo, comprendo che un reduce sconfitto e sconfortato, non ha il diritto di pretendere ciò che poteva chiedere un tempo.
Hai sete e mentre ti asciugano la fronte, rispondo che eri una mia semplice amica di cui mai avrei pensato che potessi essere ciò che ti sei rivelata.
È falso ma non riusciranno mai a provarlo ed io, ho deciso di volerti vedere ancora una volta prima di lasciarti per sempre.
Ultima stanza di un ultimo piano d’ospedale.
Nelle case giù in fondo, i notiziari stanno parlando di te come di un assassino finalmente catturato ed io non posso far nulla per difenderti.
Ora più che mai mi rendo conto quanto sia vile il nemico che hai combattuto ed ora, vorrei il tuo mitra tra le mie braccia.
… Ho dovuto spiegare che, finita la scuola, eravamo rimasti dei buoni amici anche se ci si vedeva saltuariamente.
Sono stato bravo a non tradirmi ed ora, ho assimilato tutta la rabbia necessaria per decidere di non considerarmi più un reduce battuto.
Per un reduce come me, la televisione avverte che è finita e che farei meglio ad arrendermi definitivamente visto che sono stato sconfitto.
Per gli sconfitti come noi, la televisione spiega di doverci arrendere ai soprusi sociali ma noi, la televisione non l’abbiamo mai voluta ascoltare.
Il piombo che hai in corpo ti porta lentamente via e capisco che sconfitti si nasce e reduci si diventa.
È un peccato che i partigiani muoiano senza gloria ma, in fondo, gli eroismi si evidenziano a cose fatte.
Le lenzuola coprono il tuo viso spento mentre trasferiscono il tuo corpo in un’altra stanza.
Un brivido mi scuote, mi fa pensare e decidere sul da farsi.
Trovo che sia bello capire che non sei morta invano.
Skorpion