il passato va lasciato lì dov’è
c’è un modo migliore, mi chiedo, per rilanciare il movimento calcistico nostrano che dare le chiavi del campetto a un tipo, Tavecchio, che racconta ancora la storia del nero mangiabanane – è così difficile qui da noi inventarsi qualcosa, qualcuno, di istituzionalmente nuovo, vivo e interessante. La creatività, l’idea, la robba bbona, deve sempe essere o degli altri, o marginale
Alitalia caos, Rai conti in rosso, due aziende chiuse ogni 5 minuti, al Sud lavora un italiano su tre.
La voce di D’Alessio per incantare il Foro Italico
imparare a godere – o quanto meno non dolersi – delle bravure altrui, è anche questa arte tutta da imparare
a Roma la Bohème sciopera, il Ras dei rifiuti querela il primo cittadino e a Capannelle arriva George Ezra, col blues
sogno il calciatore, il neoacquisto, la fantasia del mercato che, per una volta, fresco di sbarco nella città della sua nuova avventura pedatoria, sciarpa al collo, in risposta alle prime domanda di rito, sensazioni?, obiettivi?, tuoni un paio di frasi tipo: “guarda in che città di merda m’ha mandato il procuatore, lui e le sue fottute stecche – ambizioni? Andare in B, chiaro!”