e così, un’altra settimana (italiana) di sport se ne va.

Nibali, fortissimamente Nibali, ma non Nibali e basta. Perché assieme al ciclismo c’è il Settebello della pallanuoto, bronzo agli Europei di Budapest con una squadra, strano a dirsi dalle nostre parti, giovane e tutta nuova.

C’è la Ferrari che seppure per un solo gran premio torna a rombare. C’è Prandelli il fuggitivo, che ne becca 3 alla prima sulla panca del Galatasaray; c’è la Signora bianconera, che ne rimedia altrettanti da una formazione di dilettanti.

C’è il supremo Lotito, che colora questo grigio luglio. L settimana scorsa è stata quasi tutta delle ragazze della spada e del fioretto, ai Mondiali di Kazan. Ora, ma succede spessissimo, ci sono le signore del tennis (in questo caso la Vinci, o la Schiavone, non ricordo), a mancare per un niente un altro successo (fuori in semifinale).

E poi?, manca qualcuno?
Tavecchio dunque. Come avrebbe cantato Francesco Baccini, “ma lasciatelo stare er sor banana poverino, questo dargli addosso è tipico italiano..”

che avrà fatto mai il povero Tavecchio Carlo, candidato numero 1 alla poltrona di Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, sostenuto praticamente da tutta la serie A (18 squadre su 20, contrarie solo Juve e Roma), voluto dalla B e, naturalmente, anche dalla Lega Dilettanti di cui è il capo..?? Nulla, un po’ di razzismo, come il prezzemolo, sta bene ovunque.

Nel nostro calcio poi, di più. Ma, forse, ciò che più dovrebbe convincere della proposta politica del candidato Tavecchio non è la gaffe sui calciatori stranieri, quanto la semplice presenza di determinate persone nella sua avventura di rinnovamento del movimento pedatorio. Un paio di nomi dei suoi paladini? Carraro e Pescante. Bene, no?