c’è qualcosa di tipico, tipico come una mozzarellina d.o.p., nella calla estiva romana – c’è quest’aria frizzantina, sfumature d’anguria e merda da marciapiede perché i cani, si sa, cagano anche in luglio
c’è Nonna Papera piegata a U sotto il sole che le morde calli e rughe – resiste alla fermata del 542 con un coraggio postbellico o quasi – nella mano destra l’mg k vis per i crampi ai polpacci, nella mancina la schedina, unta e stropicciata, del lotto –
ci stanno i negozi con le serrande serrate e i cartelloni fucsia: “Stamo in ferie, dalle 10 alle 16, ma per qualsiasi emergenza o necessità…” – che poi, io, che emergenza ce potrei ave’ tale da interrompe’ le vacanze ristrette del pizzicarolo? –
l’afa, sincera, dilata l’umore di Sergio il matto e allenta i gesti di noi tutti, ciurma di resistenti attraccati ai cappuccini del bar Emma