(tratto da una storia vera)
lui le sorride mentre ondeggia, bascula, ponteggia e avanza, con cinetica da pattinatore e le superga bollite lungo i corridoi del centro commerciale
la vetrina del sarto promette stile, camicie color carta da zucchero, cravatte melange, pantaloni già in velluto o con le pence, maglioncini pied-de-poul
D’incanto, l’illuminazione. Dal girovita del pantalone penzolano, superbe, un paio di bretelle color ocra e mou.
Lui guarda la vetrina e guarda lei. Come me ce vedresti, le chiede, con paro de straccali, amo’?. Lei, severa, silenzia ogni reazione, volta i passi verso l’Auchan e chiosa: vado a prende er pancarrè.
PAUSA
Lei s’attarda al negozietto della chincagliobigiotteria. Eccola che scruta e sfiora delle grazione chiome posticce: bionda, mora, prugna,… parrucchette di ogni foggia. Ci pensa e osa. Ma se una de queste, amo’, l’appendessi dove solo tu.. sai.., magari dando corpo alla mia fantasia con lacca e bigodini, drappeggiando suvvia la zona pelvica, una sorta di Partenone dell’erotica..??
Lui s’intimorisce, arretra e tace. Una simile visione non s’addice.