Carica d’ori e bigiotteria come la madonna bigia di Orbetello scalo, sotto l’ascella l’ellepi dei carmina burana, andatura andalusa, fard e sudore, mi ferma e mi fa: “Enciclopedie psicopatriche buon pomeriggio, le rubo il tempo di un caffè senza offrirglielo, giusto il tempo di una domanda, se concede”. Concedo. “Vedo che ha due bambini piccoli..”, non lo nego. “Bene, saprebbe dirmi, a fini statistici, le cose pratiche che più apprezza della sua patrernità..??”.
Rifletto e sciorino:
– il fatto che fare cacca sia diventata azione collettiva, di gruppo. Porta rigorosamente spalancata, bimbi curiosi di tutto e anche un po’ speleologi, volendo.
– quella sensazione, quasi erotica, che ti dà abbracciare il divano a fine giornata
– fare il bagno in vasca corta – non a norma – tutti insieme. Te che mi lavi un metacarpo, io che ti esfolio un malleolo o una chiappetta
– il lettone da conquistare come un risiko
– quell’attitudine, salgariana tiè, di viaggiare per mondi esotici senza allontanarsi oltre il mezzo metro
– vedere in quanti modi diversi riescono a giocare. E a picchiarsi
– l’ironia, la stanchezza che ti stordisce
e la voglia, a bbbestia, di esserci comunque
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