I carciofi so’ in offerta, le frappe promettono una fragrante leggerezza, Pollicino trangugia un panino col culatello, perché nel frattempo ha fatto i soldi.
Cinzia, elegante alcolista domestica disincantata, tira il collo a un rosso marchigiano di prezzo medio, “giusto la scolatura” precisa. Poi versa il caffè col mignolo alzato, maestra delle arti baristiche
Noi quattro, raffreddati in simultanea, ci scambiamo un segno di muco in segno di fratellanza universale
Mimmo porta Sandra sotto al braccio. Prostatizzato impenitente lui; volubile ma mai senza calze gonfie de denari (le varicose, dice) lei. Un passo alla volta, una lentezza che esonda. Due antichi contemporanei. E Mimmo è pure un po’ incazzato.
I figli creano storie senza pausa. Uno insiste che vuole mascherarsi da hamburger.
Su due croste di panchina ci sta scritto: Livio rifatte la boccia, tagliate quer paja e fieno. E accanto: Nun m’è concesso più di delegarti i miei casini, gioco de tacco e vada come vada
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