Sono un uomo del Sud e del Nord. Sono a nord di questo fiume e a sud di questa terra. Mi chiamo Musvar, che nella mia lingua significa bruma.
Incido gli abeti, suono il clarino e attraverso vallate. Altro per me non riesco a immaginare.
Mi chiamo Musvar, che nella mia lingua significa sogno. Quando la lama penetra nella corteccia, il mio passato e la mia fantasia iniziano a rimodellare la pelle dell’albero. Ne emergono creature robuste, alte circa cinquanta centimetri. Santi e madonne, elfi, aquile e lumache. Raccontano la storia del luogo in cui vivo, rivelano la mia anima adolescente. Sono molto felice.
Il mio nome è Misvar, che nella lingua della mia gente indica la poesia. Soffio nel clarino ogni sera, dopo due bicchieri di birra con l’orzo. Dalla bocca del flauto escono musiche antiche che qui conosciamo senza sapere perché. Suoni lunghi interrotti da pause profonde. Note allegre e silenziose si rincorrono. Io soffio nel clarino senza alcuna espressione. Sono molto felice.
Mi chiamo Mesvar, che a nord di questo fiume e a sud di questa terra significa lento. Cammino molto, saliscendendo la crosta erbosa che circonda questi luoghi. Porto con me carne di maiale, calze di ricambio e due pensieri da snodare. Passo ore a respirare una beata stanchezza, senza profili umani con cui misurarmi. Sono molto felice.
(dalla raccolta di racconti illustrati Tratti di matita, ebook disponibile su amazon.it, lafeltrinelli.it, mondadoristore, google libri, bookrepublic e altre 80 piattaforme online)
testo di Simone, illustrazione di Valerio Schiti