Sono Sisifo, figlio di Eolo, fratello di Deioneo, Salmoneo, Macareo e Creteo, padre di Glauco, nonno di Bellerofonte.
Sono Sisifo, vittima, furbo, sfrontato.
Sono Sisifo e ho sconfitto Tanato eludendo il Tartaro con sapienza assai maggiore di quella di un’igienista.
Sono Sisifo e sono la prova che certi equilibri guai a guastarli.
Sono Sisifo, eroe moderno.
Sono Sisifo e a volte preferisco il mio pietrone.
Sono Sisifo e ho tra voi un’infinità di colleghi condannati all’eterno gesto, alla routine, alla ripetizione per colpa propria e livore altrui.
Sono Sisifo e la mia fatica non è vana e spero neanche didascalica
«Sísifo pure vidi che pene atroci soffriva
una rupe gigante reggendo con entrambe le braccia.
Ma quando già stava
per superare la cima, allora lo travolgeva una forza violenta
di nuovo al piano rotolando cadeva la rupe maligna».
(Omero, Odissea, libro XI)
Grazie, Simone.
M’hai fatto pensare a Camus…
“Viene sempre il momento in cui bisogna scegliere fra la contemplazione e l’azione. Ciò si chiama diventare un uomo.”
Il mito di Sisifo, Albert Camus
AEL