Mario Borghezio si alza nella sua casetta in legno, al centro della Padania. Apre le finestre anche se già sa che non cambierà molto, fuori c’è sempre una nebbia fitta, impenetrabile.
Con indosso la calzamaglia di ciniglia entra nella stalla per mungere le mucche, in barba alle sanzioni UE e alle quote latte (quale ardito eroe), per fare una sana colazione padana. L’umidità della nebbia gli infradicia le vesti.
Un bel bagno dentro il suo tino di legno padano preferito, scolpito ed intagliato con scuri e sgorbie padane, ed è pronto. Indossa la calzamaglia della festa, una cotta di maglie, l’elmo da vero cavaliere templare padano, prende lo spadone, l’inseparabile ampolla con le sacre acque del Po ed esce.
E dice questo:
“Molte sue idee [di Breivik, autore della strage di Oslo, n.d.r.] sono buone, alcune ottime. E’ per colpa dell’invasione degli immigrati se poi sono sfociate nella violenza.”
Caro Mario, a questo punto, non ti offenderai se ti saluto padanamente, usando parole tue:
[ Per l’immagine: http://www.dirittodicritica.com ]