perché la vita è anche un 50 e 50

breve aneddoto scolastico dell’amico M. Una delle storie per cui gli voglio tanto bene….

La storia di Arcita e Palemone

“La storia di Arcita e Palemone è una classica storia da liceo. Come ogni storia che si rispetti ha ovviamente un cattivo: il prof ipersevero di italiano e latino. Un omino basso, coi capelli grassi, la cravatta nei pantaloni, gli occhiali con le lenti scure ed uno sguardo torvo e decisamente poco conciliante. Il prof entra in aula con lo sguardo già accigliato e nel silenzio generale proclama ufficialmente: interrogazione a sorpresa su Boccaccio. Tutti tranquilli, i compiti da fare erano pochi: 2 paginette scarse ed ovviamente anche il più somaro le aveva studiate. Ma a sorpresa chiama la prima persona e la comincia ad interrogare sull’intero capitolo, che nessuno aveva studiato.  La ragazza protesta e dice che le domande sono su una parte non assegnata ma il cerbero si incazza alzando la voce e punendo la sua insolenza con un sonoro due. A questo punto vengo chiamato io: inutile dire la stessa cosa. Anche se l’interrogazione va male prenderò più di due, pensai, e poi la campanella tra 5 minuti suona: ce la posso fare. Ero con il libro aperto all’ultimo banco… magari riesco a sbirciare qualcosa…

”Mi parli della Teseide”.

“Ehm certo la Teseide..la Teseide è la storia di un triangolo amoroso fra Arcita e Palemone…”

“Che fa legge? guardi me!” 

“Ci mancherebbe…c’è la storia di epiche battaglie per l’amore di una fanciulla..che non mi ricordo come si chiama..”

“Va bene..basta così. Mi dica alla fine che vince Arcita o Palemone?”

Corro all’ultima riga: Emilia sposa Palemone! Trionfo! Sto battendo un rigore e so già dove si butterà il portiere! “Palemone!, ovvio!” (raggiante e con un po’ di spocchia)

“ No Arcita! Le do 4 meno!”. Suona la campanella…fanculo, quello stronzo di Arcita aveva vinto ma morente aveva chiesto a Palemone di sposarla.. che storia del cazzo!

Oggi ho capito che un 4 non vale la libertà di dire quello che penso. Ma forse bisogna prenderli per impararlo..”

M.

4 pensieri su “perché la vita è anche un 50 e 50

  1. che ricordi.
    quarta o forse quinta ginnasio, ultima ora di sabato, geografia.
    già eravamo sfigati di nostro, avevamo scelto l’altisonante “sperimentazione di informatica”, che si traduceva semplicemente in 4 ore di più di matematica (con una prof capra, ma questa è un’altra storia) quindi campanella tutti i giorni alle 13.30, e non 3 volte a settimana alle 12.30, come tutti i nostri compagni fortunati.
    quindi di sabato alle 13 a scuola c’eravamo praticamente solo noi. e si spiegano pure gli sguardi carichi di odio dei bidelli.
    dicevo, ultima ora, geografia. la prof di lettere ci faceva 18 ore a settimana e ovviamente aveva solo noi: italiano, latino, greco, storia e geografia. praticamente come tornare alle elementari con la maestra.
    avevamo il foglio delle interrogazioni, un geniale schemetto con nome dell’alunno e materia, incasellati a tabella, il cui incrocio era la cella per scrivere la data dell’interrogazione.
    scientifico, pulito, utilissimo.
    quel sabato non toccava a me, mi aveva interrogato da pochi giorni e, manco a dirlo, non avevo aperto libro.
    la prof chiama una persona che sapeva di dover andare. bene.
    chiama la seconda, che si giustifica.
    chiama la terza, che dice che non ha studiato ma non ha giustificazioni e quindi è impreparato.
    occhio allo schemetto realizzo che sta per richiamare me.
    alzo la mano e le chiedo di andare in bagno. la fuga è sempre la miglior difesa.
    ma arriva inaspettato il contrattacco: “volevo farti un paio di domande”
    panico.
    beh, grazie a un libro aperto sotto il naso e a un’innata capacità di parlare del nulla partendo da una parola, ho fatto un’interrogazione superba. è bastato leggere “mais” e mi sono prodotta in una disquisizione che manco licia colò in alle falde del kilimangiaro.
    e la prof, al momento del voto, non mi ha neanche sbertucciato.
    anzi, ha messo 7 a riccardo, ma “7 e mezzo a stesa, perché non si aspettava di essere interrogata”.
    giuro, me ne vergogno ancora. però che soddisfazione.

  2. Maddechè? vergogna? Ma piffavore!
    Autodifesa dal basso, reazione contro i poteri forti scolastici, rivoluzione per la supremazia del discente!
    Dai, hai fatto ciò che la scuola dovrebbe preparare a fare: mission accomplished B. G.
    (spiego: before Gelmini)
    Altro discorso sarebbe stato se, impreparata, avessi accettato suggerimenti truffaldini da compagni futuri pidiellini in cambio della fiducia al capoclasse 🙂

  3. l’improvvisazione è un talento tutto nostro e ce lo teniamo stretto; aggiungo, saresti stata magnifica se, a quel punto, ti fossi addirittura lamentata per il voto, un po’ risicato (da noi si fa anche di questo..)

    capitolo schemini/calendari sulle interrogazioni, grazie alla passione per la precisione e lo scrupolo e la previsione matematica di Silvia, compagna di scuola e oggi mia moglie, ho passato due anni di liceo colpevolmente ma gaiamente gravidi di pomeriggi liberi…

    Simone

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