Ma se io fossi davvero logorroica come dici, ti racconterei che
non mi piace iniziare la settimana con il cielo così grigio; il traffico di Roma non lo merito e non merito nemmeno che i grandi della Terra ridano del mio onesto e stimato Presidente del Consiglio; mi fa male il gomito, ma non posso dare la colpa al tennis, arrendiamoci all’idea che è l’età; mi piace il tennis, inizio a divertirmi; quello che non mi piace è il dolore che mi dà la sua partenza per Londra, ma non dirò pubblicamente il perché sul blog, poiché tanti mi leggono e tutti capiscono di chi sto parlando; e poi non mi piace nemmeno che le amicizie si dividano in fidanzati e in single, perché non c’è niente da fare: gli amici single sono amici tra di loro e se uno tradisce la categoria è giusto mollarlo; e non c’è niente da fare: gli amici fidanzati sono amici tra di loro e se passi alla categoria dei single, gli amici fidanzati non riuscirai a frequentarli; e questa nemesi oggi, ottobre 2011, cazzo, mi fa male, perché io su quell’amicizia c’avevo puntato parecchio, e speso tempo, affetto ed energia; ora so di essere all’angolo; ma allora vedi che il londinese c’ha ragione; sì, ma io resto; tanto è una vita che sono in trincea; c’ero prima, ora pensavo “è tutta un’altra storia… finalmente”; invece no, sono in trincea anche adesso; mi scoccia, è un volo pindarico, ma mi scoccia vedere video di morte e violenza: lo so che per diritto di cronaca si può pubblicare il corpo di un dittatore devastato dalle violenze, ma io all’humana pietas ci credo ancora; e mi scoccia anche vedere e rivedere il video di un 24enne che muore di colpo sull’asfalto, mi sa che sono un’inguaribile fifona; uffa, al lavoro, è inutile negarlo, sono come il cielo grigio di lunedì mattina; cosa è successo, non lo so, ma mi sento sola lì; non aiuta la solitudine il tempo che si dilata negli spostamenti (con il freddo e la pioggia si prende la macchina, ma rispetto al motorino ci si mette il doppio); non aiuta la solitudine la luce solare che s’accorcia, o che non c’è (cavolo, il prossimo weekend entra l’ora solare, fottutissima); non aiuta la solitudine la mia posizione in ufficio; non aiutano la solitudine nemmeno le relazioni amicali di cui sopra, o il londinese già menzionato; dicono i saggi che la famiglia tua alla fine è quella che ti costruirai, io ai saggi rispondo che non so se lo farò mai; intanto mi sarebbe bastato venire da una famiglia d’origine che non si sparpagliasse; forse sono rimasta la stessa adolescente che sognava la famiglia delle fette biscottate a colazione con la marmellata delle pubblicità del Mulino Bianco, e ci tengo a precisare che a me la marmellata fa cagare; e ora non c’entrerà niente, ma posso dire che mi sono rotta di stare nuovamente sotto antibiotici?; forse ho bisogno di sfogarmi, di vivere alla luce del giorno e magari ho bisogno di una nuova estate, o di un nuovo weekend, ma oggi è lunedì, cazzo, e pure di fine ottobre; e poi ogni tanto sorrido, vorrei tranquillizzare gli astanti, i presenti, i festanti; mi piacerebbe, confesso, avere una cultura musicale ancora più ampia, ma la cultura – tutti i tipi di cultura – costa tempo e tanti sacrifici; ci sono volte che le persone mi chiedono cosa mi è occorso, perché ho scritto sul Profeta alcune frasi, ma spesso scrivo post romanzati, non è detto che è ciò che riporto è perfettamente la cronaca delle mie giornate, altrimenti scriverei con il mio nome, non con uno pseudonimo che nemmeno ricordo quando ho partorito; oddio, mentre scrivevo la frase di prima pensavo che questo è uno di quei post in cui di romanzato non c’è niente; c’è solo un lunedì mattina grigio in cui l’unica parola che assaporo invaghita tra le labbra è “altrove”; dove vorrei essere, “altrove”.
Ecco, ti direi tutto questo, se fossi la logorroica che credi.
Ma non voglio darti ragione. E allora guardo fuori dalla finestra, e sto faticosamente zitta.
Anna Eva Laertici