Marco, Erik

Marco ha una testa di capelli ricci che non si commenta, starebbe bene in un video di musica black neanche troppo recente. Starebbe bene con una Lauryn Hill per intenderci. E’ simpatico, allegro e guascone, come è giusto per quelli della sua età.

La sua passione è correre, ma non a piedi: su una moto. E lo fa molto bene, anzi: è un campione. In una gara senza senso scivola e viene travolto dal suo migliore amico. Qualcuno penserà che sono i rischi del mestiere quando vai su due ruote a 300 all’ora, ma non è così, la morte di un ragazzo di 24 anni non accetta scuse.

Erik se lo incontri per strada neanche lo riconosci, sembra uno qualsiasi. La sua passione è correre, ma non in moto, su un campo da calcio. A lui bastano 7 minuti per far vedere a tutti chi è. La palla fende l’aria descrivendo una traiettoria curva piegata da una volontà invisibile. Il dio del calcio, dalla tribuna, si alza in piedi per applaudire convinto.

E’ bello pensare che nel giorno in cui si è spento un talento, se ne sia acceso un altro. Nulla si crea, nulla si distrugge.

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