L’anticoncezionale perfetto

Non so perché ma da stamattina qui al Profeta siamo inondati di lettere che riguardano l’educazione sessuale. E’ evidente che deve essere sorto un qui pro quo, siamo stati presi per un’altra redazione, ma questa riflessione che segue ci è parsa degna di merito e abbiamo comunque scelto di  pubblicarla.

E mentre leggiamo volentieri queste belle parole, che tra l’altro sono firmate (ringraziamo la sig.ra Aldobrandini), chiediamo invece a tutti di smettere di scriverci. In particolare, si diffida un certo “Io&te 30 centimetri sopra il cielo” dal chiedere i numeri di telefono delle autrici e pure degli autori di questo blog.

Il Profeta Blasfemo

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La domanda se l’è posta chiunque.
Qual è il metodo anticoncezionale perfetto, quello che ti assicura che non avrai prole?

La castità, recitano – curiosamente – sia i più pii che i più dissacranti. Come a dire: “se lo fai, il rischio c’è sempre” o “scopa&spera… che tutto vada bene”.
Ma che io sappia almeno una signora non è stata salvata dalla scelta della castità. Ed è rimasta fregata per benino, aggiungo. Si chiamava Maria, visse circa 2000 anni fa in Palestina, concepì un figliolo che andava in giro con altri dodici maschietti senza aver mai organizzato una partita di calcetto e che addirittura le morì tra le braccia a 33 anni. Insomma, vita difficile. La castità la bocciamo.

I rapporti omosessuali. No, mi sento di dire che questa è una stupidaggine. I rapporti sessuali tra gay, sì, ma i rapporti affettivi no. Quanti omosessuali sono genitori, magari grazie ad un matrimonio precedente o ad una volontà di maternità/paternità fortissima che ha spinto la coppia a procreare con aiuti esterni? Io poi sono favorevole alle adozioni per i gay, quindi figurarsi se credo all’omosessualità come risposta certa alla procreazione.

Altro metodo anticoncezionale: la masturbazione. Ok, chi fa da sé fa per tre, dice il vecchio adagio. Ma se nel far da sé si decide di starsi vicini, ooops, io qualche storiella l’ho sentita. Casso il sistema e vado avanti.

La risposta l’ho trovata stamattina in un luogo imprecisato tra il mio cuore e il mio cervello.

Ero in motorino, e percorrevo la strada per andare in ufficio, quando mi sono soffermata a guardare i fragorosissimi bimbi che venivano accompagnati a scuola dai genitori. Di solito il mio stato d’animo oscilla tra “Erode mio, ne hai uccisi pochi” a “ma com’è meravigliosissima quella pupa impacchettata in rosa con una cartella più grande di lei”. Stamattina ero in una fase nuova. Pensavo: e se ci fossi io al posto di questa grandissima stronza col SUV che mi ha tagliato la strada per andare ad accompagnare la sua creaturina con zainetto di Gormiti?

Insomma, se fossi io mamma? Che potrei dare ad un figlio? Cosa sarei capace di trasmettergli? Quali sentimenti, quali nozioni, quali esperienze? Io cosa sarei in grado di fare per lui/lei?

Niente.

Niente. In quell’onesto e veritiero “niente” io c’ho trovato il miglior anticoncezionale possibile.

 

Chiara Aldobrandini

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Anna Eva Laertici

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