Nella stanza bianca sette metri per due resta solo un nugolo di mosche impazzite.

Se ti fermi e appizzi occhi e orecchie, ti zbzanno la loro storia.

Volano in tondo, poi dritto, su e giù, sulla destra e poi virano a sinistra. Sognando il Grande Centro.

Disordinate, spaventate. Caotiche. Mosche impazzite.

C’è la mosca che si getta spedita sui beni-rifugio: il merdone fumante.

La mosca Al-fano si dice stanca di fare il delfino e se la prende con il karma, Dell’Utri e il fornaio del quartiere;

la mosca Franco il buon samaritano si pente e si duole, proponendo una ‘moscathon’, la famosa maratona di solidarietà per tutto l’insettame negletto.

La mosca Bigia la da’ come non fosse la sua, per piacere e per profitto.

Il moscone Merotte ha le zampe in pasta e gozzoviglia con i resti di una merendina bio, mentre la moglie, assai attenta alla linea, si ingozza con le ali della sorella defunta.

Il moschino Flavietto ha scritto un pamphlet polemico sulle virtù perdute e e per questo è stato bastonato da cimici mercenarie. Il fratello, moschello in fuga, mesi fa è rimasto congelato in volo sull’autobahn del Brennero.

Alcune mosche sono impazzite ma convinte di vivere ancora nel miglior moscaio possibile, pieno di merda, di sole e di pizza margherita.

La mosca Sanzo il saggio si è ritirata dietro due centimetri di intonaco a leggere la guida tivù; Lilly malinconica invece fa la fila da Tiffany; il figlio s’è appena comprato un suv

C’è chi chiede elezioni anticipate, chi l’intervento dei calabroni, famosi per tecnica e rigore.

Chi gioca a calcetto e chi comunque la mattina non rinuncia al caffè.

Le mosche più laboriose sono state mandate a vivere con le formiche; a pranzo si invitano le cicale.

Alla porta della stanza bianca sette metri per due, intanto, bussa il vento. Un vento magnifico e potente.