L’onesto coglione

Vado in banca per un banale prelievo bancomat. Chiedo 250 euri, ne escono 300. Una banconota da 50, stropicciata, e’ omaggio. Controllo lo scontrino, nessuna anomalia, mi e’ stato addebitato quanto richiesto. Quei50 e’ come se li avessi trovati per strada.

L’istinto e’ di girarmi, sorridere un po’ e andarmene.

Poi scatta l’opzione onesto, che si rivela coglione. Entro in banca e spiego l’accaduto allo sportellista. Voglio restituire quello che non e’ mio, ribadisco, perche’ sulle prime crede solo che voglia una rassicurazione per cancellare qualche traccia di senso di colpa.

Spalanca gli occhi tipo Schillaci, trasecola, mi da’ dell’idiota perche’ sono li’, mi spiega che quel bancomat ogni tanto lo fa, aggiunge o toglie qualcosa. Sara’ una banconota rimasta ‘impigliata’ con l’ultimo prelievo. Una banconota che comunque a qualcuno -rintracciabile, le operazioni sono registrate – verra’ addebitata.

Vista la mia insistenza mi indirizza da una collega, intanto mi prende per il culo.

Mi rivolgo alla collega: “Che succede, troppo onesto?” “No, ma si figuri,io sono come lei, solo che ora ho da fare, quel bancomat e’ un problema, ogni giorno una, sono stanca”. “Okkei, cosa devo fare?” “Aspettare!” e se ne va.

Poi arriva la classica ‘terza collega’, quella con la faccia pulita e la buona volonta’, che mi riceve, non si scusa per questione di policy aziendale e risolve la storia. Facendomi anche firmare una carta.

Ho firmato l’onesto coglione

8 pensieri su “L’onesto coglione

  1. Ecco, sono proprio felice di averti come amico.
    Preferisco, e lo dico urlando, gli onesti ai coglioni.
    Gli onesti li scelgo, li approvo, li stimo… e se so’ pure coglioni, beh, pazienza.

    Segnalo, infine, che ci fu un tempo in cui un disonesto ci disse che eravamo coglioni. Ho il cuore gonfio d’orgoglio a ripensare a quell’epiteto. Sì, eravamo coglioni noi che avremmo scelto di non votare il corruttore, mafioso, massone.
    Questa è (stata?) l’Italia.

    Però io spero riparta da gente come Simone, che rinuncia a 50 euro, perché non sono suoi…

    Anna Eva Laertici

  2. ma vaffanglutei, Anna Eva Laertici!
    Ma che davvero ti ci metti anche tu? Ma che davero davero?
    Ma che mi volete ridefinire in un attimo termini e valori sedimentati in tanti e tanti anni?
    Brava, mettitici anche tu! Dai, sdoganiamo altre parole desuete: dopo sobrietà anche onestà!

    Non so dove potremmo arrivare di questo passo, forse ad usare parole come orsù, perdinci e poi il baratro: orgoglio, stima, consapevolezza, fiducia, collaborazione, solidarietà…
    Dove andremo a finire, e tutto per colpa di A.E.L.!

  3. Ora più seriamente: Simone tu non hai bisogno di commenti e di approvazione, certamente non l’hai fatto per quello e quindi il tuo gesto è sincero e non furbetto in un contesto in cui essere furbetti sembra (spero sembrava) una valore aggiuntivo come parcheggiare in doppia fila, non chiedere le fatture, avere un amico che…

    Vai! la schiera si fa sempre più numerosa 🙂

  4. Ahahahah!!! Perdindirindina, Pillibus, non far capire che ormai appartengo ad altra epoca…

    Bacio,
    AEL

    PS. Tra le parole che sono scappate alla tua penna segnalo che quella che mi piace di più è ‘consapevolezza’. Bella, pulita, vera. Da recuperare.

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