Scene da un arrivo in paradiso

“Ma sei sicuro che arriva?”
“Sì, sì, ho parlato con il delegato distaccato al reparto, mi ha assicurato che è questione di poco, giorni, forse addirittura ore”.
“Allora ci dobbiamo preparare, non abbiamo molto tempo”.

Gli scenografi più esperti preparano disegni e bozzetti per posizionare le luci e gli effetti speciali. I decoratori dipingono i fondali e ci appiccicano le stelle. In cucina fervono i preparativi, mentre vengono imbandite lunghissime tavolate.

E poi c’è lui che si sta preparando: il vestito migliore, stirato e profumato. Un sorriso smagliante per lei, il suo grande amore che torna.
E infatti, nella migliore tradizione del reality show, le telecamere sono già pronte a immortalare la scena.

“Eccola, eccola!”
Si aprono le porte, sorrisi, vento nei capelli, luce soffusa, musica celestiale.
Ammazza ‘sto scenografo quant’è fico, l’avevano detto che era uno in gamba. Ora le sue quotazioni si alzeranno ancora di più.

Si abbracciano, lui la bacia come in un film. Commozione che serpeggia tra gli astanti e poi…
“Dai, ora tocca a noi, lasciacela salutare. Va bene che è tanto che non la vedi, ma ora di tempo ne avrete!”

Risate generali. Musica, canti, balli. La festa è proprio riuscita bene, si avvicina anche quel santo famoso, quello di Padova.
“E così tu eri quella che mi pregava sempre? C’ho avuto più io da fare con esami, interrogazioni, cose perse, destinazioni e viaggi che tutti i santi messi insieme. Però mi hai fatto sentire amato, e ho fatto tutto molto volentieri. Piacere, Antonio”.

Nonna, io ora capisco che sei in mezzo a una grande felicità e che ti stai godendo il tuo momento.
Però, quando ti scappa un secondo, dai uno sguardo anche a noi quaggiù. E pazienza, se non potrai lanciarci neanche una pizzetta.

5 pensieri su “Scene da un arrivo in paradiso

  1. Ho un apparto elettro-ciccio-magnetico a ventosa attaccato al vetro della finestra; il suo scopo fondamentale è di proiettare luccichini diffratti all’intorno.
    Ecco, mi piace pensare di essere il Duccio di Boris, di poter scegliere gli effetti, di dare le luci.
    Vorrei quei luccichini, tanti e arcobalenati. “Tutto aperto!” “Dai, dai, dai: smarmella!” La scena verrebbe benissimo!
    E una stretta rassicurante, un abbraccio confortante, una carezza rilassante. Questo vorrei poter offrire.

    Per lei e per te.

  2. non so fare altro. ieri sera, mentre tornavo dal policlinico, nel traffico impazzito della partenza per il ponte, ho pensato a questo. ho pensato che l’unica cosa che mi dava un po’ di conforto era saperla finalmente in compagnia delle persone che amava. e gliel’ho voluto scrivere. ormai siete voi gli unici sfogatoi della mia grafomania.
    grazie Pi, grazie Simo.

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