Conversando

Ero scesa a mensa e mi ero seduta a tavola.

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La conversazione era particolarmente vivace, per essere un lunedì autunnale ed annoiato, nascosto nella pioggerella e nei primi freddi.

Aveva cominciato il dibattito la solita WorkingGirl, nervosissima:
“Ma dico io, sono ormai una professionista HR che lavora da anni nel mondo ICT, notoriamente uno dei mercati più vivaci del Paese negli ultimi anni. Beh, sono ufficialmente e seriamente preoccupata.
In questo settore, le multinazionali storiche stanno licenziando, grandi aziende italiane stanno facendo partire la mobilità, dopo vari mesi di solidarietà e cassa integrazione. Nessun Cliente paga più. Se il Cliente è direttamente lo Stato (e meno male che un tempo era una garanzia), ormai si parla di pagamenti a un anno e mezzo – due. Le banche preferiscono tutelare (e poco) le grandi aziende rispetto alle piccole imprese.”

La Tifosa, laconica e sarcastica, aveva bofonchiato:”A me stamattina me preoccupa de più la Roma. 4 a 1 a Torino nun se pò sentì. M’ha rovinato il weekend.”

Ma la WorkingGirl si era spazientita ancora di più:”Dico sul serio, cazzo!” (Le working girl dicono sempre le parolacce, fa molto maschio e si sa che sono i maschi a far carriera) “Come se non bastasse il mercato lento e malato, aggiungo che la riforma Fornero in questo momento storico è criminale. Aumenta tasse sui lavoratori e sulle imprese, insomma sui soliti stronzi che pagano già da sempre perché gli è impossibile evaderle, e qualsiasi tipologia contrattuale è blindata verso un indeterminato impossibile a mantenersi con questi flussi finanziari.
Sconsiglio sinceramente a qualsiasi imprenditore di assumere chiunque, fino al giorno in cui verranno apportate modifiche pesanti alla legge 92/2012.”

E mentre la Romantica restava in silenzio, con la testa scesa dentro al cuore, distratta e sognatrice, la WorkingGirl aveva chiosato con enfasi teatrale:”Non un’azienda, non un settore del mercato, è l’Italia che sta fallendo. Svegliamoci!”

E su quell’incitamento, s’era svegliata anche lei, la Romantica, davanti al riso in bianco che denunciava i bagordi enogastronomici domenicali. “Svegliamoci”, s’era ripetuta in mente. “Svegliamoci insieme, sotto lo stesso tetto, con il caffè sul comodino e le farfalle nello stomaco. Svegliamoci domani e poi domani e ancora, non aspettiamo sabato, perché la vita è adesso”.

Avevo preso la parola la DesperateHousewife:”Sì, WorkingGirl, hai ragione. Forse un piccolo scossone servirebbe”

“Una botta da fuori come il goal di Miccoli di ieri. Che bomba… Da 40 metri! Un capolavoro di potenza e coraggio!” aveva interrotto con enfasi la Tifosa.

Scuotendo la testa sconsolata, la DesperateHousewife aveva ripreso il filo della sua teoria:”Dicevo, un piccolo scossone servirebbe. Però non facciamoci troppo del male”. Era sempre pacata, parlava con un tono di voce da mamma rimbrottante e da moglie tollerante. Aveva fatto del compromesso la sua cifra stilistica e del dispensare consigli lo scopo della sua esistenza. “Quando sento che il mio umore sta peggiorando, beh, reagisco così, irrazionalmente. Uso il cervello per troppe ore al giorno, su troppi fronti. Lo uso male, insomma. Lo sto consumando. Alle cattive notizie si deve rispondere con la pancia, non si deve sprecare la mente. Io, per prima cosa, scrivo. Ma scrivo di getto; e scrivo alle mie amiche di penna, le ‘melette’. La scrittura da sempre mi fa bene, è una pace dolce, una carezza solidale. Poi, confesso, penso alle sigarette. E mentre conto quante sigarette mi fumerei, passo a pensare alla liquirizia e quando arrivo a sentire il sapore della liquirizia sulla lingua, provo a desiderare la crema di marroni e quando finalmente mi immagino con le mani immerse nel vasetto di crema di marroni, torno a sognare le sigarette.
Non fumo e non mangio, ma in questo giro mi appago.”

“Ti appaghi? Io mi sentirei frustrata!” Aveva logicamente ammesso la WorkingGirl. “E ti dirò di più, già che ti metti a pensare a cose che poi ti neghi, proibisciti pure una bella scopata!”

Le risate erano scappate. Alla DesperateHousewife, alla WorkingGirl che aveva urlato, e alla Tifosa che dopo aveva aggiunto, affranta:”Io oggi ho avuto già ‘na mattinata difficile. Ho dovuto parlà cor garaggista della juve e er barista daa lazio. Direi basta, eh.”

Insomma, al tavolo, c’era un gran casino. Continuava a guardare il suo piatto di riso in bianco e a non proferire verbo solo la Romantica. Il suo silenzio trasudava ricordi recenti, progetti e speranze. Trasudava sangue pulsante e stomaco rovesciato. Aveva alzato lo sguardo e fissato fuori, cercando un orizzonte che parlasse d’amore e non di traffico e palazzi da uffici.

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A quel punto, passandomi accanto la cameriera mi ha domandato se poteva ritirare il mio vassoio.
Forse s’è anche chiesta cosa facessi da sola in quella tavola così grande.

E’ che ho mille anime nella testa. E oggi parlano tutte.

 

 

Anna Eva Laertici

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