Lui compra dieci sacchi di sabbia setacciata solo per sentirsi dire di essere il migliore poi, contando fino a dieci, attende il suo turno e intanto, pensa a quello strano tipo che ha dimostrato di sapersi mordere i gomiti.
A volte, guardandolo, si ha quasi l’impressione d’aver di fronte qualcuno che cerca di impadronirsi di tutti gli sguardi del mondo, di quelli sempre pronti a ridere e condannare a seconda dell’esistenza dell’abbondanza di cose fragili intorno ai suoi momenti di tristezza.
Ora però, lui è solo; e quella sabbia uscita fuori da un buco dimostra che anche i tesori più gelosamente custoditi possono perdersi nei momenti in cui più se ne ha bisogno.
Chiunque al suo posto capirebbe d’aver perso i significati di un’esistenza che sempre brucia le tappe di tutti quelli come lui ma, in fondo, ciò che lo rende diverso dagli altri, è proprio quella sua consapevolezza di saper tornare a sorridere all’ironia ogni volta che muore.
Lui, condannato a morire perché immortale.
Ritratto