Incontro

Ti vedo correre.
Chissà chi sei e dove vai; poi, un gesto come di difesa agli occhi e un attimo, solo un attimo, ti perde in chissà quale frammento di spazio, chissà in quale spazio di sogno, chissà in quale sogno notturno di chissà quale notte.
Chi sei?
Potrei provare a darti un nome per poi immaginarti in volto ma sei veloce e se riappari, è solo un attimo di fuga quasi calcolata, quasi ordinata, quasi silenziosa, quasi non vera.
Si!
Ho come l’impressione che tu in realtà non stia fuggendo da nessuno e da niente ma al contrario, che tu stia cercando qualcosa, qualcuno, forse te stessa … chissà.
Io sono qui incuriosito, già innamorato ad ammirarti da lontano io, che in te mi rispecchio e che a te vorrei parlare.
Chi sei?
Magari ti conosco già o addirittura tu sei me ed io sono te persi in una dimensione che ci impedisce di capire e solo capace di farci dubitare.
Gli occhi!
Si … gli occhi devo tenerli aperti!
Devo esser sicuro di non sognare, devo poter stabilire quale sia la realtà che vivo … se vivo.
Sei sicuramente bella.
Le tue forme le distinguo anche da così distante.
Mi chiedo: – la femminilità che da te traspare è solamente tua o è solo voglia di capire se il mio sentirti vicina è un’ammissione di trasposizione di mente nella tua mente, di corpo nel tuo corpo, di pace nei miei conflitti?
Ti amo ma … se fosse solo narcisismo?
Tu corri ancora per un ripetitivo percorso che ti porta di fronte alle mie domande, poi, un gesto come per nascondere lo stupore d’una scoperta e un attimo, solo un attimo, e non c’è spazio né sogno né tempo.
Io e te per me, che ora so chi sei.

 

Incontro

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