La fine dei sogni

Dovrei confrontarmi con ciò che ero con più rispetto ma la vita, è quella cosa che ci scivola dietro mentre guardiamo avanti rapiti da quello che sogniamo.

“Da grande voglio fare il calciatore. Sarò forte come Pelè o Rivera. Non vedo l’ora di essere grande”.

Mi sono voltato e riconosciuto in lontananza.

“Perché no, zio? Sono troppo magro? Crescerò e sarò come loro! Non posso farcela? Eppure, credevo di aver del tempo” …

Vorrei voltarmi di nuovo ma in fondo, non ho sogni ormai da un pezzo.

“Vaffanculo zio, e poi lo sapevo che sei uno stronzo; non so neanche perché sono ai giardinetti qui con te; però con il nonno era molto meglio. Peccato sia lontano”.

I giorni del calendario scorrono veloci avanti e indietro a mio piacimento.

Posso fermarmi a guardarli tutte le volte che voglio ma non poter toccar nulla mi ferisce come le frasi che tornano alla mente.

1970, 1971, 1972 … no era dopo, forse solo un anno ancora … chissà.

Da grande voglio fare il poliziotto. Sento di essere un buono e poi i cattivi sono davvero antipatici.

Ne conosco più di uno e di tanti altri ne sento parlare ogni giorno. Sono piccolo (anche se un po’ cresciuto) ma a pensarci bene, il poliziotto è il lavoro che farei volentieri perché di persone cattive ho imparato che ne è pieno il mondo.

“Non capisco. Perché dici che devo imparare a pensare di essere migliore? Sarei leale e lavorerei per la giustizia! Perché mi guardi e ridi? E non spingere, non ti ho fatto niente!”

“Perché piangi mamma? Sei così bella quando ridi.”

Ti ricordi quando ero piccolo?

Un giorno ti ho promesso che ti avrei regalato un vestito come quello indossato da quella cantante vista in tv. Non ricordo che anno era però posso sfogliare il mio calendario ed andare a vedere.

“Mamma, mamma? Dove sei mamma? La mia promessa la ricordavi e non me ne hai mai parlato.

Lo sai come mi sento ora mamma? Ora che non ti trovo?”

Un attimo, e tornare a guardare indietro è una tortura da cui non posso sottrarmi.

Però voglio cambiare anno.

Ora sogno di diventare medico. Sono cresciuto e di esperienze ne ho avute molte.

Qualsiasi cosa sia avvenuta, sono stato sempre dalla stessa parte in coerenza col mio modo di vedere le cose. Posso fare molto per gli altri e il solo pensarlo mi gratifica.

Perché non mi ci fai neanche provare?

“Papà, lo sai quanti miei amici vorrebbero smettere di studiare e invece sono costretti a farlo dai ricatti dei loro genitori? Perché devo invidiarli? Ti chiedo solo di aiutarmi per i libri e le tasse. Per il resto penso da solo …”

Vaffanculo anche tu padre.

Godrò della tua vecchiaia e verrò a pisciare sulla tua tomba. Ora però devo capire come sottrarmi dalla tua dipendenza e i tuoi rigori del cazzo.

-“Ci vuole un altro mondo e più giustizia. Insieme possiamo cambiare le cose”-.

La lotta, la lotta, gli umili e gli oppressi, studenti e operai tutti contro questi borghesi di merda.

Non so cosa sarò da grande ma più grande, sogno il mondo.

Siamo tanti e il nostro passato deve ancora venire. Poi tutto si capovolge e dietro me, ho lasciato i primi morti con i loro ricordi.

Quante parole sono restate a terra quando scuotendo la testa ho rifiutato di impugnare quell’arma?

Sono solo.

Che anno era? Lo ricordano tutti quell’anno e in pochi meglio di me.

Tra tutti i lavori che sognavo, c’è stato il periodo in cui mi vedevo pilota, giornalista, fotoreporter o autore. Non potevo che sognare.

Senza autostima si finisce disoccupati e da disoccupati, si resta soli con la stupidità dei nostri sogni.

I mondiali di calcio, quel viaggio in Inghilterra, mio fratello figlio unico ed io orfano dei miei sogni.

Pelè e Rivera, ho smesso di pensarli a dieci anni: – “il bambino ha un soffio al cuore, signora. A mio avviso le consiglierei di stare molto attenta alla sua normale crescita” – .

Medico di merda! E’ così che si distruggono i desideri delle persone?

Fa niente, ci aveva già pensato mio zio a spianarti la strada. Me l’aspettavo anche se fa comunque male.

Quante cose ho dimenticato di guardare? Voglio tornare indietro.

Ah gli amori. Si gli amori sempre così distruttivi. E come potevo pensare di essere all’altezza?

Ma cosa mi avete fatto, ve ne siete accorti?

Macchè!

L’ho capito solo negli anni ma quanto mi è costato elemosinare amore ed offrirmi per amore.

Far di tutto per farsi scegliere e sentirsi uno scarto anche in questo senso.

Cosa avete fatto? Perché ve l’ho permesso?

Quando è stato che iniziato tutto?

Devo correre ancora molto indietro per capire; ma fino a quando?

E che senso ha farlo se tanto non posso farci nulla?

Fatemi abbracciare e baciare mia madre, vi prego.

Una volta sola per come meritava e non ho saputo fare.

Vi lascio in cambio il resto dei miei giorni futuri che tanto non hanno senso specie alle due e venti del mattino di un giorno ancora non finito …

Fatemi abbracciare e baciare mia madre una volta per come meritava e non ho saputo fare.

E’ l’ultimo dei miei sogni e non voglio più guardarmi indietro.

 

La fine dei sogni

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