Tu.
Che hai occupato tutto il 2015. Da gennaio ad oggi. Tu, che occuperai tutta la mia esistenza.
File chilometriche al padiglione del Giappone che ho perso. Ma che avrei fatto volentieri, confesso, e avrei sopportato anche di andare a Milano, per un giro all’Expo.
Tu.
Un led a febbraio che si illuminava velocissimo. “E’ il suo cuore”, ed io vivrò per proteggerlo.
“Ora applaudite anche me, cazzo!” e due over 30 ci regalano una finale da sogno.
Tu.
Quel sapore rancido su qualsiasi pasto e quella lunga lista di cibi che non potevo e non posso toccare. Tu, perché non me n’è fregato niente: rinuncerei a tutto per te.
Vatileaks: sì, mi diverto con poco. Ma vederli annaspare mi dà un piacere sottile.
Tu.
I calci e il ribadire la tua presenza. La pancia viva, che reclamava già attenzioni.
Il brillìo della fede al suo ditone. Io ho firmato, eh, quindi ci credo parecchio. Anzi, come direbbe sua moglie, ci credo “pe ssèeempre”.
Tu.
Vederti, in un giorno d’ottobre romano. Benvenuta, in futuro ci sarà da sorridere, ma anche da soffrire. Però non preoccuparti, ci sarò io con te, fino alla fine dei miei giorni.
Tu, invece, stai Serena.
Anna Eva Laertici