Mizio, padre di Orazio, maestro del vizio, di piatti forse sì ma di vita no, non è mai sazio. Annusa il mondo, senza la razio di chi per comoda pigrizia sceglie un solo interstizio come centro del suo spazio
Mizio, fratello di Nunzio, finito all’ospizio, senza mai perdere il vizio. Mizio, maglione topazio, non s’è mai, con nessuno, tolto lo “sfizio” di bisbigliare all’orifizio (tu chiamalo orecchio) il proprio o l’altrui precipizio. Ha sempre rispettato “tizio”, convinto che il sollazzo sta nel cercare sempre un inizio, invece che un indizio
Mizio, cognato di Stazio, coltivatore di ozio (contemplativ-creativo), profeta del nunmedevidacacaelcadzio, non siederà mai in un salotto di Fazio, sempre impegnato com’è, il Mizio, a fare negozio di tutto quello che dà sapore pure allo strazio
simone
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