devo fare jogging, devo fare running, devo fare footing, devo fare spinning, devo fare climbing, devo fare riding. E kitesurfing. E’ chiaro. Devo. Ma, dopo ormai quasi un ventennale di inattività da celebrare a breve, la mia capoccetta uggiosa è ancora in grado di piazzare giustificazioni di qualità , in primis per me stesso e i miei chili di autostima.
Ho le tasche piene di buone scuse. Molto solide e non convenzionali. Permettete che vi spieghi, finti atleti di inizio autunno:
“ho la malinconia dell’ex corridore, mi si è rotto qualcosa dentro guarda..difficile anche da dire” funziona, spesso, ma effettivamente è un po’ dubbia. L’alterno con “Vederti correre mi incupisce”, che è più aggressivo
Negli ultimi sei mesi ho declinato avariati inviti a praticare tutte le attività -ing anche con:
“Soffro di sudamina inversa” che è scientifico e funziona
“Sono amareggiato e non riesco a spingere”. Ecco. Questa va
“Mi si è stirato il soleo, tempi di recupero memorabili”, è buona
“Soffro di cali di zuccheri. Improvvisi e violenti”
“Gli atleti mi insospettiscono, un po’ come i buonisti”.
“Un amico mio c’è morto” che effettivamente è un classicone
Altre supercazzole che m’escono spesso: “Ho un attacco di panico, scusa oggi non posso”; “ho frequenti amnesie, posso perdermi anche in luoghi chiusi, specie se affollati e sudati”; “sei tu che mi hai detto che non potevi venire al parco per una corsetta, ora hai cambiato idea ma io mi sono organizzato diversamente. Scusa, alla prossima”. Alla prossima, scusa.
per la foto, man-in-trend.com